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Caparezza in questo album fa il punto
della situazione, un punto interrogativo, perché lui si fa un sacco di
domande. Per Caparezza la musica non ha bisogno di dogmi, sette, massonerie
ed altre menate che servono solo a fissare dei paletti. Quei paletti,
secondo Caparezza ve li dovete ficcare nel………… NASO uno per uno. La musica
di Caparezza si chiama “Suppomusica”, proprio perché parte dal concetto dei
paletti di cui sopra.
Caparezza ai fan preferisce i simpatizzanti, perché i fan, con le loro
aspettative, tendono a fissare i soliti paletti. E Caparezza, quando vede
dei paletti, viene preso da un irrefrenabile desiderio. Caparezza sostiene
che “Essere diversi significa essere se stessi e, a volte, essere se stessi
significa non essere altri”, altresì è convinto che “La cultura non è ciò
che sai ma ciò che fai di ciò che sai” e che “Frank Zappa è un figo”.
Caparezza fa parte della categoria “disoccupati con l’alibi dell’arte”,
posta tra “disoccupati con l’alibi della laurea” e “disoccupati con l’alibi
di aver sposato un calciatore”. Qualunque sia la generazione di Caparezza,
lui viene da un’altra.
“Verità supposte” è un album di paradossi perché la verità non può essere
supposta, e la supposta vera ha sempre un bugiardino.
Andrea Carando |
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