ITIS "G.C.FACCIO" VERCELLI - ANNO 1  N° 2  -  MARZO 2004

 


 

 
 
 PANTANI
 

 
   
 
 
 

Dalla morte del “pirata” sono ormai trascorse alcune settimane. In questi giorni si è parlato molto di questo campione che nel ’94 fece breccia nel cuore degli italiani nel giro del Montirolo per la grinta e la bravura dimostrata!
Sulla sua morte si è ipotizzato di tutto: depressione per amore, suicidio, droga ...
La depressione per amore, tirata fuori per una lettera lasciata da lui in cui diceva di amare ancora la sua ex fidanzata, è stata subito scartata. Il pm Paolo Gengarelli esclude pure il suicidio: infatti afferma che Marco amava troppo la vita. Aveva superato troppi ostacoli per buttare via tutto così!
L’ipotesi che più regge è quella legata alla droga, visto che lo avevamo già visto implicato nel giro del doping. Precisamente si parlava di Crack, la droga che fa a pezzi il cuore. Si presume sia questa la causa dato che, circa un anno fa, i genitori di Pantani avevano già cercato di convincerlo ad entrare in un centro di accoglienza, San Patrignano, con la netta risposta negativa del figlio. Durante la clausura al Residence, il nostro idolo avrebbe incontrato qualcuno. Si pensa sia uno spacciatore, lo stesso che gli ha venduto la “roba” che lo ha trascinato verso la
morte.
Il pirata fu spinto nel tunnel della droga essenzialmente dopo lo scandalo
di doping che lo rese protagonista e lo fece squalificare nel 1999. Si sentì crollare il mondo addosso e rifiutare da tutti. Questo non era assolutamente vero, poiché tutti i fans aspettavano ansiosi un ritorno vittorioso del loro “re”. Passato circa un anno, il Pirata torna sulla sua bici, vicendo due tappe del Tour, battendo Armstrong; è l’ultima volta che lo si vede vincere e si spera in un suo nuovo splendore. Lui era l’idolo degli Italiani, che gli avevano affidato il loro cuore dato che finalmente, dopo trent’anni, avevano ritrovato un campione nazionale nel ciclismo. Era riuscito a far appassionare tutti al suo sport. Soprattutto in salita era un mostro che inghiottiva uno a uno tutti gli avversari che incontrava, odiava la fatica tanto che diceva che in salita pedalava più velocemente per farla finire il prima possibile.
Il 16 febbraio la vita del nostro Marco Pantani si è spenta, ma tutti lo ricorderanno come il “pirata” che durante le salite con la sua bici da corsa rubava il podio a qualsiasi avversario...
 

Roberta Maugeri (2B)

 

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