ITIS "G.C.FACCIO" VERCELLI - ANNO 3  N° 2  -  FEBBRAIO 2006

 


 

 

     
 
 

Da sempre cani e gatti sono considerati diversi, incompatibili, opposti…non è esattamente così: Fido e Micio, infatti, qualcosa in comune ce l’hanno. E’ un nemico o meglio... un falso amico. Ogni occasione è buona per far entrare un cucciolo in casa; ma purtroppo sono altrettante le occasioni per farlo uscire in malo modo. Ogni anno in Italia gli abbandoni sono tantissimi; questo perché i teneri cuccioletti, ormai adulti, smettono di avere gli occhi languidi e il musino buffo e non piacciono più. Arriva quindi il momento di sbarazzarsene, in  genere all’inizio del periodo estivo. Così, come scarpe vecchie o frigoriferi rotti vengono accompagnati in un posto nuovo, dove una portiera si apre e subito dopo si richiude. 

Ancora prima di esser riusciti a metter giù l’ultima zampina, si ritrovano sul ciglio di una strada, disorientati, spaventati, tristi, ma, nello stesso tempo, con la speranza di veder tornare indietro colui che fino al giorno prima gli accarezzava la testa… Per fortuna a salvare Fido e Micio sono altre persone ed è proprio di loro che tratta questo articolo. Nel vercellese le strutture che accolgono randagi sono tante; per illustrare cosa sono esattamente e qual è il ruolo dei volontari al loro interno, prenderò ad esempio una colonia felina e un canile comunale. La colonia felina in questione è quella seguita dall’Associazione "Baffi&Code" che si occupa di una trentina di gatti che da tempo vivono nell’ex-Ospedale Psichiatrico di Vercelli. I volontari si impegnano a rendere il posto idoneo alla vita dei mici, allestendo lettiere, cucce calde per l’inverno; portando loro del cibo e soprattutto sterilizzando il maggior numero di componenti della colonia in modo da fermarne l’espansione. Consapevoli del fatto che non avranno mai un divano su cui accoccolarsi, i volontari tentano di supplire a tutte le  esigenze dei loro protetti sostenendo finanziariamente e praticamente ogni cosa.

 

"Quattro zampe nel cuore" è invece il nome dell’Associazione che gestisce il canile di Rovasenda. Qui vengono ospitati all’incirca 40 cani. Ogni anno ne transitano più di 300, ma per fortuna, tra cani restituiti a proprietari sbadati e adozioni da parte di cuori nobili, gli affidamenti sono sempre maggiori rispetto alle catture. Ad ogni cane che arriva in canile viene assicurato cibo, cuccia e, se necessario, cure mediche. Se non vengono reclamati entro 10 giorni, i cani non identificati vengono microchippati e inseriti nella lista degli adottabili; se si tratta di femmine, si interviene anche con la sterilizzazione che, come accennato prima, serve a evitare il rischio di cucciolate indesiderate.
I volontari in questo caso si prodigano affinché tutto sia sempre adeguatamente ospitale.
 

 

Ogni cuccia deve essere calda, necessita quindi di coperte; le ciotole devono essere piene, il pavimento pulito; insomma: il cane non deve soffrire più di quanto abbia già sofferto, quindi tutto deve essere “perfetto”. Ogni volontario lascia un pezzetto del suo cuore a questi animali che, a modo loro, a volte di nascosto, ricambiano sempre.


Serenella

Chi volesse fare esperienza di volontariato può rivolgersi a Sabrina del Centro Calcolo o al prof. Antoniotti che vi daranno tutte le informazioni del caso.


 

 

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