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I
pianti strazianti delle donne. Le lacrime dei parenti. Una pioggia
battente che rende ancor più spettrale il luogo della tragedia. Gli
uomini e le donne di Beslan hanno sepolto oggi oltre cento vittime
della strage della scuola. Accanto, in un raduno separato, le
autorità russe e ossete ricordavano le vittime, lanciando appelli
all'unità.
Decine di piccoli camion e minibus trasformati in carri funebri di
fortuna trasportano le bare coperte da drappi rossi e corone di
fiori. Ad attenderle, una lunga fila di familiari vestiti a lutto.
All'ingresso del cimitero, all'arrivo di ogni feretro, gli uomini di
famiglia si fanno avanti per portarla a spalla fino alla sepoltura.
Le fosse poco profonde sono state scavate in fretta in un campo
requisito dalle autorità accanto al cimitero. Il numero definitivo
dei morti è ancora incerto: 335 è il bilancio ufficiale, di cui 156
bambini, ma fonti dell'obitorio di Valdikavkaz parlano di 394 morti.
Cento restano da identificare. Il ministro della sanità dice ora che
i dispersi sono pochissimi. Ma questa è ancora una storia piena di
bugie.
Alcune bare vengono lasciate aperte per un ultimo saluto. In una si
vede una ragazza coperta di merletto bianco e di rose rosse. Molte
altre sono chiuse. Probabilmente per nascondere la devastazione dei
corpi. Su tutte, una semplice targa bianca con il nome e la data di
nascita, su alcune le bottiglie d'acqua a ricordare la sete patita
nei giorni del sequestro. |
Poi, le voci.
Voci di rabbia contro i terroristi, come quelle di chi dice
"se dovessimo prendere qualche terrorista, lo bruceremo
vivo". Voci di rabbia contro il governo: "Tutto quello che è
accaduto negli ultimi tre giorni è stato mal organizzato,
non è stata presa alcuna decisione ragionevole, e ai nostri
giornali ai quali è vietato scrivere la verità". Voci di
rabbia contro Putin, se c'è qualcuno che ricorda come
"questo tipo di cose non accadevano nell'Unione Sovietica".
Poche famiglie a Beslan hanno perso così tanti bimbi come è
successo ai Totyev: quattro bambini. Il pianto che arriva
dal numero 44 di via Pervomaiskaya si sente a un isolato di
distanza. In casa, Raya Totyeva piange, riversa sul corpo
senza vita della sua figlia 12/enne, Lyuba, appena arrivato
dall'obitorio di Vladikavkaz. Altri tre dei suoi figli, 14,
11 e 8 anni, sono dispersi. Centinaia di piccoli corpi
mutilati giacciono negli obitori dei piccoli centri della
regione, scrive Jeremy Page del Times, e la signora Totyeva
sta per perdere ogni speranza di ritrovarli vivi. "Sento che
gli altri sono vivi - dice - io posso solo sperare". Il
raduno delle autorità è ignorato dai parenti delle vittime e
dal resto della popolazione. Solo un centinaio di persone ha
assistito al discorso del presidente dell'Ossezia del Nord
Alexandr Dzasokov, che accanto al sindaco di Mosca Iuri
Luzhkov e al presidente della Duma Boris Gryzlov ha invitato
gli osseti a restare uniti. Gli altri, tutti gli altri,
lasciando i funerali sulle strade ricoperte di fango, non
gli prestano attenzione. "Non hanno detto niente sui
dispersi", dice un giovane con i vestiti inzuppati di
pioggia, "ed è questo che la gente vuole sapere prima di
tutto". (6 settembre 2004) |
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Nell’ambito del
progetto del M.I.U.R. “Ricostruire la speranza” rivolto ai
bambini di Beslan, il Comitato nazionale formatosi con l’obiettivo
di organizzare aiuti umanitari (del quale fa parte l’ITIS “Faccio”)
ha delegato l'Istituto alla seguente attività, prevista tra le
quattro azioni del progetto: “Gemellaggio con scuole e famiglie su
tutto il territorio piemontese”.
Il progetto prevede la campagna di raccolta fondi, come indicato nel
comunicato del M.I.U.R. del 22/09/04, che sul territorio provinciale
coinvolge lo Sportello Scuola & Volontariato in collaborazione con
il C.S.A. di Vercelli. Il progetto, inserito nel P.O.F., si propone
di attuare la modalità del gemellaggio attraverso l’accoglienza
prospettata nel mese di giugno di un gruppo di circa 10-12 ragazzi
frequentanti la scuola di Beslan, accompagnati da 3-4 loro
insegnanti. Il 17 giugno p.v. arriverà a Vercelli per il secondo
anno un gruppo di ragazzi da Beslan. Anche questa volta saranno
ospitati da alcune famiglie della nostra città. |
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