"L’educatore,
per essere considerato “capace”, non deve solo essere competente
nei confronti dei suoi alunni, ma anche accogliente, paziente,
forte e propositivo. Non deve, però, pensare gli studenti come
oggetto di insegnamento, cioè non deve limitarsi ad esplicare la
sua “esperienza” riguardante la materia. Questo non servirebbe
alla crescita dei giovani, ma solo a renderli macchine per
contenere informazioni sulla materia; in questo caso l’alunno
svolgerebbe la stessa funzione di un libro tecnico.
L’insegnante deve invece considerare gli studenti soggetti
individuali e sociali, che interagiscono e reagiscono insieme
per arrivare all’obiettivo finale del sistema educativo di
istruzione e formazione.
Il compito dell’educatore è molto difficile e impegnativo poiché
deve cercare di mantenere un buon rapporto con tutti i suoi
allievi, evitando discriminazioni o favoritismi, cercando, al
contempo, di occuparsi principalmente di quegli studenti che
presentano maggiori difficoltà nell’apprendimento, nella
concentrazione, ma soprattutto nelle relazioni con gli altri.
Deve essere simpatico, comprensivo, non troppo severo, presente
nel momento del bisogno e chiaro nelle spiegazioni. La sfida che
i docenti devono cogliere è proprio questa: farsi prossimo, cioè
"avvicinarsi alle situazioni dell’altro" con "amorosa
attenzione", nel rispetto delle reciproche identità e nella
continua ricerca di un dialogo possibile."
Chissà,
magari, nel futuro di Denise c’è una cattedra di insegnante. E
sicuramente, se saprà essere l’insegnante che tratteggia nel suo
bel tema, sarà una grande prof!
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